Attingendo a una massa ampia ed eterogenea di documenti, materiali, testimonianze, Giuseppe Berta disegna in questo volume il percorso della cultura e del mondo della fabbrica dall'inizio del Novecento a fine secolo.
Le lettere dall'America del giovane Adriano Olivetti come il romanzo sulla grande crisi scritto da Gualino al confino fascista, l'intervento sindacale di Di Vittorio come la narrativa industriale di Ottieri e Volponi compongono una trama che evoca la forza e la capacità di mobilitazione possedute dall'industrialismo. Dopo una prima parte in cui si ricostruisce la formazione della grande industria italiana e si discute l'influenza del modello fordista, nella seconda parte si affronta la grande stagione del boom italiano, con protagonisti come Olivetti, Valletta, Mattei, sullo sfondo dell'ascesa dell'impresa pubblica e del cambiamento della Confindustria. Nella terza parte, il racconto si snoda dalle conseguenze dell'Autunno caldo del 1969 fino al profilarsi di un nuovo paesaggio economico, non più segnato dall'impronta manifatturiera, per affrontare, nell'epilogo, la prospettiva dell'Italia industriale alla luce della trasformazione internazionale della Fiat.
Giuseppe Berta alterna all'insegnamento della Storia contemporanea presso l'Università Bocconi di Milano il lavoro di consulenza per imprese e istituzioni. I suoi libri più recenti sono: La Fiat dopo la Fiat (Mondadori, 2006), Nord. Dal triangolo industriale alla megalopoli padana 1950-2000 (Mondadori, 2008), Eclisse della socialdemocrazia (Il Mulino, 2009).
Collana Le vie della civiltà, Bologna, Il Mulino, pp. 336, euro 21,50.
Riproduzione riservata