"La questione Fiat-Chrysler, con le sue incognite sul futuro, è la spia di ciò che potrà succedere domani ad altre grandi imprese, chiamate a scegliere fra proiezione internazionale e radicamento nel territorio d'origine. L'esperienza Fiat mostra come la ricerca di una soluzione internazionale possa rivelarsi una condizione di sopravvivenza".

L'alleanza Fiat-Chrysler ha costituito un punto di svolta nel panorama industriale del nostro paese. Sull'orlo del collasso al passaggio di secolo, dopo un difficile rilancio, la Fiat ha colto l'occasione della crisi globale del 2008 per trovare nel legame con la Chrysler la via d'uscita da una situazione altrimenti senza futuro. Ma ciò ha finito col proiettare la nostra maggiore impresa industriale fuori dei confini nazionali, calamitandola nei flussi di una dinamica globale che minaccia il suo ancoraggio al sistema italiano. Il progressivo distacco dall'Italia della sua impresa-simbolo pone perciò interrogativi sulle prospettive stesse del nostro industrialismo. C'è ancora spazio per la grande impresa?

Giuseppe Berta insegna Storia contemporanea nell'Università Bocconi di Milano. I suoi libri più recenti sono: "Nord. Dal triangolo industriale alla megalopoli padana 1950-2000" (Mondadori, 2008), "L'Italia delle fabbriche. La parabola dell'industrialismo nel Novecento" (Il Mulino, III ed. 2009), "Eclisse della socialdemocrazia" (Il Mulino, II ed. 2010).

 

Collana "Contemporanea", Bologna, Il Mulino, 2011, pp. 152, € 14,00.