Tómas Sánchez, il matrimonio, la sessualità (secoli XVI-XVII).

"Se vuoi saperne più del demonio, leggi il Sánchez De matrimonio", recitava un adagio ancora circolante nella Spagna d'inizio Novecento, alludendo alla dovizia di particolari con cui il gesuita andaluso si addentra nei recessi dell'intimità coniugale con le sue Disputationes (1602-1605). Benché istituto santificante, confermato come sacramento dal Concilio di Trento, il matrimonio è guardato dalla teologia cattolica come luogo di una corporeità piena di ombre, che il teologo e canonista disseziona nelle sue forme - possibili e impossibili - valutandone liceità e peccaminosità. Atti, uso dei sensi, gesti con cui i coniugi possono mettersi in relazione, ma anche commozioni e movimenti sottili che sfuggono all'occhio esterno e che solo l'individuo, chiamato all'ascolto di sé e al dialogo con la propria coscienza, può percepire. E' la sfera della "sessualità", intorno alla quale Tomás Sánchez organizza un discorso di eccezionale minuzia, salvifico nei suoi intenti, ma dagli esiti paradossalmente al limite dell'osceno. Questo studio ne analizza le ragioni storiche, il contesto intellettuale, le fonti e la controversa ricezione presso le gerarchie ecclesiastiche.

Fernanda Alfieri ha conseguito il dottorato in Studi storici presso l'Università degli Studi di Trento ed è attualmente ricercatrice presso il Centro per gli studi storici italo-germanici della Fondazione Bruno Kessler. Si occupa di storia della sessualità in età moderna.

Collana "Monografie dell'Istituto storico italo-germanico in Trento", Bologna, il Mulino, pp. 424, euro 23,20.