Dunque ora le lezioni in presenza sono sospese per le scuole superiori su tutto il territorio nazionale; per le “zone rosse” questa sospensione coinvolgerà anche la seconda e la terza media. Sulla carta fino al 3 dicembre, ma questo periodo potrebbe facilmente estendersi sino alla pausa natalizia.
In questo contesto, è necessario guardare al futuro. Lo abbiamo già visto: caleranno i contagi, le terapie intensive e gli ospedali si svuoteranno e ci sarà un fortissimo richiamo per tornare alla normalità. Dovremo, però, continuare a convivere con il virus, perché il vaccino e le cure, anche quando arrivassero velocemente, potrebbero avere un impatto significativo sulla scuola solo a partire dal prossimo anno scolastico.
Che cosa possiamo fare, allora, per riaprire, tra qualche tempo, in sicurezza? Si propongono qui dieci punti, essenziali per tornare tutti a scuola.
1. I protocolli di sicurezza. Il "metro tra le rime buccali" è stato più che altro un escamotage per “salvare” il distanziamento e far entrare in classe tutti, ma non ha assicurato la distanza di sicurezza tra gli alunni. Dal momento che non è possibile trovare spazi alternativi, spezzare le classi o risolvere il problema con i banchi a rotelle è importante che, almeno per le superiori, vi sia l'obbligo della mascherina in classe, almeno fino a quando il clima non permetterà di tenere sempre aperte porte e finestre. È un piccolo sacrificio, ma è necessario farlo.
2. Il contact tracing. In queste settimane è risultato evidente come i Dipartimenti di Prevenzione delle Asl siano sottodimensionati e facciano molta fatica a tracciare i contatti dei positivi. Vanno sicuramente potenziati a livello di personale con dei "tracciatori" che riescano a mappare le linee di diffusione del virus in tempi rapidissimi. Se salta il tracciamento, salta tutto il resto.
3. App Immuni. Come corollario al punto precedente è opportuno che l'App Immuni diventi obbligatoria almeno per gli alunni e il personale scolastico della scuola secondaria di secondo grado e che le Asl inseriscano correttamente i nominativi dei positivi nel database. Chi è segnalato dalla app, deve avere accesso veloce ai tamponi.
4. Screening. Il contact tracing permette di seguire i contagi ma il rischio è di accumulare ritardo e non riuscire a bloccare i focolai. Serve una forma di screening periodico, a tappeto, sulla scuola. Test rapidi, analizzati in pooling per non sovraccaricare i laboratori, meglio se salivari. È vero che i test rapidi lasciano sfuggire dei positivi, ma all’interno di uno screening a tappeto e periodico è un lusso che ci si può permettere.
5. Monitoraggio delle assenze. A scuola dobbiamo monitorare costantemente le assenze, dando alle famiglie precise informazioni sulle procedure da seguire. È un grosso lavoro per le segreterie didattiche, ma è utilissimo.
6. Tamponi. Va potenziata la capacità di analisi dei laboratori regionali per garantire sia lo screening che il tracciamento, anche con numeri grandi. Senza tamponi rapidi, il tracciamento salta.
7. Regole certe. Usiamo questo periodo per eliminare tutte le incertezze nelle regole che riguardano il personale scolastico e che vanno sistemate al più presto nelle sedi competenti. (per esempio: il docente in quarantena ma non positivo può lavorare a distanza? E chi è positivo asintomatico, oppure è guarito ma ha un tampone ancora positivo, può lavorare a distanza?)
8. Potenziamento dei trasporti. È una delle criticità principali. Quando torneremo al 100% di frequenza in presenza è necessario che ci siano le corse negli orari giusti, con i dimensionamenti giusti. Non ci possono essere tre autobus vuoti a una certa ora e uno solo strapieno l'ora prima. In certi orari gli autobus trasportano solo studenti; è tanto difficile riuscire organizzare l'offerta di trasporto pubblico a partire da una domanda che è fissa e nota?
9. Sangue freddo. Non si può dire che va tutto bene sino al giorno X e poi farsi prendere dal panico dal giorno X+1. Si decida subito cosa fare e in quali condizioni, sapendo che un piccolo intervento fatto nei tempi giusti può evitare una chiusura più lunga in seguito.
10. Calendario scolastico. Nel secondo quadrimestre abbiamo la fortuna di avere le vacanze di Pasqua a inizio aprile, in un punto strategico che potrebbe consentire di piazzare una sorta di mini chiusura di sicurezza, di due settimane, per stroncare sul nascere un’eventuale terza ondata. Bisognerebbe, quindi, riprogrammare il calendario scolastico, eliminando le vacanze di Carnevale, estendendo quelle di Pasqua in funzione di "mini chiusura", e spostando la fine della scuola più avanti a giugno, per recuperare il tempo perduto.
Con un po’ di coraggio possiamo ancora salvare quest’anno scolastico: ma dobbiamo agire subito.
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