"Lo stadio di Genova, dal 1933 intitolato a Luigi Ferraris, storico capitano rossoblu, sorge in un’area densamente abitata del capoluogo ligure, in uno spazio foucaultiano per eccellenza, confinando sul lato nord con le carceri di Marassi. La tifoseria, in particolare quella genoana, nutre un legame profondissimo con questo luogo, opponendosi con vigore ai recenti progetti speculativi che prevedono la costruzione di un nuovo impianto in aree più isolate della città." Sono poche righe tratte da una bella ricerca etnografica su tifo e violenza: quella di Arianna Sale, Etnografia di uno spazio conteso, pubblicata su "Etnografia e ricerca qualitativa", n. 1/2010, pp. 61-84.
Un saggio da leggere, per comprendere, quanto oggi in Italia «lo stadio e la "gestione della sicurezza" al suo interno offrono un punto di vista privilegiato per arrivare a problematizzare il concetto di "ordine pubblico", che probabilmente è ancora un "disordine strutturato pubblico"».
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