«Andrebbe sollecitata una partecipazione a una sfera pubblica collettiva nella quale si discute che cosa deve e può essere questo nuovo modello di sviluppo. Io lo vedo soprattutto finalizzato a combattere, e quindi a trovare produzioni e attività che combattano, il cambiamento climatico, che ridiano il primato alla natura, alla biodiversità e all'agricoltura. Lo vedo finalizzato a dare grande valore ai beni culturali, ai territori, alla rigenerazione territoriale, urbana, nelle nostre città e anche nelle città italiane». Laura Pennacchi, autrice del contributo Un nuovo interventismo dello Stato («il Mulino», n. 2/2023, 522), dialoga con Arianna Santero.