editoriale
La democrazia, per sua natura, è sempre in crisi, perché anche nei suoi momenti migliori non riesce mai a soddisfare le domande di uguaglianza e di buon governo che le si rivolgono. Ma è oggi la moderna democrazia rappresentativa in crisi più che in altri momenti della sua breve storia? Negli articoli che compongono la sezione monografica di questo numero cerchiamo di rispondere da diversi punti di vista, con gli interventi di Salvati, Urbinati, Trigilia e Biasco. Oltre a questi, fra i tanti, si segnala il contributo di Pombeni, che discute le leggi elettorali intese come cerniera fra il sistema costituzionale e il sistema politico di un Paese; e quello di Livi Bacci, che mette a disposizione le principali informazioni che vengono dagli studi demografici per tentare di rispondere a una domanda fondamentale per il futuro delle nostre società, da cui dipenderà molto del destino delle nostre democrazie.
A breve verrà eletto il nuovo presidente degli Stati Uniti, il Paese tuttora egemone. Gli elettori sceglieranno, anche per noi, tra un abile e spudorato demagogo e una rappresentate dell’élite politica tradizionale, con non poche cicatrici sulla sua dura scorza.
Questo fascicolo è dedicato in buona parte alla riforma costituzionale, il cui referendum confermativo sarà l’evento politico cardine dell’autunno. La sezione monografica riporta, oltre alle prefazioni del direttore della rivista e di quello dell’Associazione – di avviso in buona parte diverso – due interventi a favore e due contro.
Dopo l’articolo di apertura di Roberto Escobar, che offre una bella e ampia riflessione da filosofo della politica sulla questione migratoria, questo numero ospita un blocco monografico dal titolo «Giovani con riserva» sulla condizione giovanile nel nostro Paese e sui divari tra generazioni nei diversi aspetti: il lavoro, dopo la riforma caratterizzata dal jobs act;
Le prossime elezioni amministrative toccheranno oltre 1.300 comuni, tra i quali Torino, Milano, Bologna, Roma e Napoli. In questo numero al voto viene dato largo spazio, soprattutto in considerazione del fatto che proprio all’elezione del sindaco è demandata la grande responsabilità di tenere in piedi un rapporto se non virtuoso almeno non conflittuale e un poco costruttivo tra i cittadini e la politica.
Questo numero è largamente dedicato al Mezzogiorno italiano e ai diversi aspetti di una arretratezza che non sembra conoscere crisi. A cominciare dai dati economici e dagli effetti delle politiche pubbliche, vengono trattati i temi più rilevanti per ridiscutere l’altra metà del Paese, quella che troppo spesso viene data per persa.