editoriale
Pochi periodi appaiono, come l’attuale, segnati da un diffuso sentimento di impotenza verso una classe politica, a cominciare da quella che occupa i banchi del governo, incapace di indirizzare gli anni a venire verso una svolta netta e condivisa, finalmente di crescita. Crescita economica ma anche culturale e politica. Non è dunque un caso se l’immagine di copertina del numero raffigura il foglio bianco che proprio la buona politica dovrebbe riempire di idee e progetti. Anche in questo fascicolo cerchiamo di approfondire alcuni dei temi fondamentali per comprendere il ritardo italiano e azzardare qualche possibile soluzione. Si discute, ad esempio, di Nord, di crisi economica, di secolarizzazione. Ma si raccontano anche storie di “normale” immigrazione, per comprendere possibili soluzioni a uno dei nodi più importanti di quest’epoca. Nella convinzione che il momento politico e civile che il Paese sta attraversando possa e debba essere superato nel più breve tempo possibile.
L'epilogo del berlusconismo impone una interpretazione delle dinamiche in atto nella società italiana quanto meno negli ultimi due decenni: dell'egemonia politica e culturale del centrodestra si occupano, pur con tagli differenti, gli articoli che aprono e chiudono questo fascicolo, a firma di Piero Ignazi (articolo scaricabile gratuitamente dal sito) e Saveria Capecchi.
Improvvisamente, nell'arco di pochi giorni, a metà luglio la percezione dello stato di salute dell'economia italiana è cambiata di colpo. Si è tornati a parlare di mancata crescita e scarsa competitività.
Wikipedia, inteso soprattutto come caso di cooperazione sociale di massa, è l'oggetto dell'articolo di apertura affidato a Giovan Francesco Lanzara. Roberto Cartocci affronta la secolarizzazione italiana nelle sue diverse manifestazioni al Nord e al Sud, mentre Andrea Morrone traccia un profilo critico della riforma per la giustizia.
Aperto da un saggio di Paolo Prodi su monoteismi e religioni politiche, questo secondo numero ospita, tra gli altri, un contributo di Carlo Galli sulla dimensione trasgressiva che domina la scena politica italiana, Alessandro Rosina che torna sul mancato ruolo dei giovani in Italia, Antonio Massarutto sulla gestione dell'acqua, Pier Paolo Pani che fa il punto su uso e prevenzione delle droghe, Giulia Garofalo sul lavoro sessuale in alcuni Paesi europei, Piero Ignazi sui fatti e le tendenze dell'agire politico in Italia, oggi spesso ai confini della realtà.
Il primo numero del "Mulino" usciva il 25 aprile del 1951. Con questo 1/2011 si inaugura dunque la LX annata della rivista. Uscito senza alcuna interruzione, oggi come allora “il Mulino” si pone l'obiettivo di affrontare le questioni centrali del vivere civile con spirito critico ma anche con autorevolezza e obiettività.