Mozambico: festeggiata la pace riprende la guerra? Poco più di un anno fa in Mozambico si è festeggiato il ventesimo anniversario degli Accordi di pace che posero fine alla guerra tra il governo del Frelimo e i ribelli armati della Renamo. L'anniversario è stato celebrato anche a Roma presso la Comunità di Sant'Egidio, dove gli Accordi vennero firmati il 4 ottobre del 1992, e presso la Farnesina, con un workshop alla presenza dei ministri degli esteri italiano e mozambicano, del presidente di Sant'Egidio e di varie altre personalità. In tutte queste occasioni si è sottolineato il successo non solo delle trattative, ma anche di una pace consolidatasi nel tempo e tanto importante per la ripresa e crescita del Paese.

In questi ultimi dodici mesi invece si è registrata un’escalation di vicende che stanno riportando la conflittualità da una scala locale e apparentemente episodica a quella nazionale. La cronaca dice che proprio dall'ottobre dello scorso anno il leader della Renamo Dhlakama, dopo aver lasciato già in precedenza la capitale, si era insediato con la sua “guardia presidenziale” in armi nei pressi dell'area di Gorongosa al centro del Paese, vicino a quella che fu la base militare principale del movimento durante la guerra negli anni Ottanta. Da allora si sono susseguiti occasionali episodi di violenza e banditismo – anche con vittime - soprattutto nel centro e nord del Paese, rivolti ad esempio a convogli civili o militari lungo la principale arteria stradale. Le forze militari e di polizia del governo hanno quindi cominciato a stringere d’assedio il quartier generale di Dhlakama, sferrando l’attacco decisivo lo scorso 21 ottobre e mettendo in fuga il leader della Renamo. Per la prima volta quindi l'opinione pubblica ha preso coscienza di scontri militari diretti tra le forze dei due partiti. La situazione è estremamente confusa e fluida: non si può dire con sicurezza dove si sia rifugiato Dhlakama, chi alimenti veramente gli scontri e come si evolveranno gli eventi. Certo è che ogni giorno abbiamo notizie di forze del governo che attaccano varie altri basi della Renamo nel centro e nord del Paese e che l'opzione del confronto armato è ormai di nuovo parte del confronto politico tra le due parti.

In questi anni la Renamo, dopo i successi politici delle prime due tornate elettorali negli anni Novanta (che non le hanno però consegnato la maggioranza), ha registrato un calo nei consensi proporzionale solo alla sua perdita di credibilità come autorevole partito d'opposizione, a vantaggio, ad esempio, di una formazione politica nuova nata da una sua scissione, il Movimento Democrático de Moçambique di Daviz Simango. La leadership di Dhlakama è sempre più debole e contestata, soprattutto dai leader militari del movimento che non vedono più quali ritorni possano avere dalla fedeltà al vecchio leader, tanto da far pensare che gli attacchi stessi di questi ultimi mesi non siano veramente farina del suo sacco, e dunque che tutte le ipotesi sul futuro siano aperte. In tale contesto, la Renamo ha continuato ad affidarsi al boicottaggio elettorale e a minacciare il sabotaggio delle elezioni per portare a casa un qualche risultato, e ora ci si chiede se il risultato sperato non sia un rinnovo di quanto le fu accordato all'inizio degli anni Novanta per stabilizzare il quadro politico, ossia ingenti finanziamenti dalla comunità internazionale.

A questo punto ci si chiede anche quanto conti ancora la questione politica formalmente alla base delle contesa: la richiesta della Renamo di “parità” con il Frelimo nella commissione elettorale nazionale che dovrebbe riscrivere le regole della competizione da una parte, e l'intransigenza del presidente Guebuza e di buona parte del Frelimo che non intendono intavolare un vero negoziato con la Renamo finché questo non dimostri di voler smantellare le sue forze armate dall'altra. Sapremo, se sapremo, qualcosa in più solo quando emergeranno altri possibili attori sulla scena. Per ora appare inutile inseguire le tante voci che si sovrappongono. All'inizio degli anni 2000, giova ricordarlo, si ebbe già un momento di grande destabilizzazione, e il Frelimo ne uscì superando le proprie contraddizioni e più coeso che mai, sbaragliando alla lunga proprio la minaccia politica della Renamo. Vedremo quali risvolti politici emergeranno dall'attuale congiuntura, sperando – come molti ritengono - che tra questi non via sia un vero ritorno alla guerra.