editoriale
Il numero si occupa di molti temi che anche nei prossimi mesi resteranno al centro dell’agenda politica. Di quella europea, innanzitutto, che per essere messa a punto richiederebbe uno sguardo ampio come quello di Michael Freeden. All’Europa, al nuovo populismo europeo, all’identità europea sempre più barcollante e agli andamenti elettorali in alcuni grandi Paesi dedichiamo una sezione centrale; ma anche articoli rilevanti, come quelli di Maurizio Bettini sulle radici elleniche e di Ester Salis sull’Agenda europea per l’immigrazione e l’asilo. Nel «caso italiano», la riflessione di Michele Salvati sul futuro del governo si affianca al pezzo di Massimiliano Panarari sulla sinistra a sinistra del Pd e a quello di Paolo Segatti sulle difficoltà della transizione politica italiana. Sono solo alcuni dei contributi che compongono questo numero, che ospita anche l’intervento di Arnaldo Testi in vista delle primarie statunitensi e una riflessione su stabilità e riforme in Cina, oltre a quelle di Enrico Biale sul caso Uber (scaricabile gratuitamente) e di Sofia Francescutto sulla cultura dei vaccini.
Due anni dopo il drammatico naufragio al largo delle coste italiane che causò la morte di quasi 400 persone quella che viene comunemente descritta come «emergenza migranti» continua a segnare la quotidianità del nostro mondo.
L’urgenza di rimettere mano all’intero progetto europeo, ridisegnandone l’architettura e ponendo all’angolo gli egoismi che caratterizzano leadership politiche nazionali insufficienti, continua a segnare il nostro presente.
La politica, i risultati della cattiva politica, le sue inefficienze e il bisogno di buona politica percorrono trasversalmente questo numero. Inclusa la sezione monografica dedicata agli effetti della crisi economica in Italia.
Siamo minacciati dall’islam? Siamo sotto attacco e, dunque, ci troviamo nel mezzo di una guerra? Come vedrete leggendo gli articoli che compongono la sezione monografica, a cominciare da quello di Angelo Panebianco qui scaricabile gratuitamente, non tutti la pensano allo stesso modo. E non tutti rispondono in maniera esplicita alla domanda.
Pur non potendo seguire da presso l’attualità, c’è però qualcosa che una rivista bimestrale deve continuare a fare: riflettere sulle grandi questioni di politica ed economia, interne e internazionali.