La campagna acquisti dei Labor. Dopo tre settimane di incertezza, si può dire che il partito di centro-sinistra dei Labor abbia vinto le elezioni federali e si avvii a dirigere il primo governo australiano di minoranza dal 1940. Dei tre candidati indipendenti rimasti indecisi, due hanno fatto pendere l'ago della bilancia politica in direzione dei Labor, decidendo di appoggiare Julia Gillard, che ha potuto così raggiungere i 76 seggi parlamentari necessari alla creazione di un governo.Quest'ultima, prima donna a capo di un governo austaliano, la cui ascesa al potere è avvenuta in seguito ad una dura lotta interna al partito dei Labor svoltasi nel giugno scorso, è riuscita ad evitare il mandato più corto nella storia australiana. Nel corso di una drammatica conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio di martedì 7 settembre 2010, i due candidati indipendenti rimasti incerti, Tony Windsor e Rob Oakeshott, rappresentanti, nonché strenui difensori, dei diritti dei rispettivi elettorati rurali, hanno annunciato il loro supporto al governo dei Labor a condizione che i loro interessi regionali non siano compromessi. Windsor e Oakeshott hanno affermato che la loro decisione di sostenere il governo Gillard si basa fermamente sul progetto dei Labor secondo il quale miliardi (qualcosa di più di 31 miliardi di euro) verranno spesi per una rete nazionale di broadband ad alta velocità, che sarebbe di grande beneficio per le infrastrutture comunicative delle regioni rurali. Un altro progetto Labor ampiamente contestato è la tassa del 30% su "iron ore" e carbone, la quale, secondo gli avversari, raffredderà gli investimenti nelle risorse naturali del paese. Si ritiene che la tassa porterà all'erario federale decine di miliardi di dollari ogni anno da utilizzare per la manutenzione delle strade, dei porti e per agevolazioni fiscali per le piccole industrie. Il valore delle quotazioni delle maggiori aziende minerarie, come per esempio Rio Tinto, si è leggermente abbassato in seguito all’annucio della vittoria dei Labor. L’avversario di Julia Gillard, il leader della "Liberal-National Coalition" Tony Abbott, aveva promesso durante la campagna elettorale di eliminare la tassa che, con le sue parole, avrebbe colpito "le persone che ci hanno salvato dalla crisi". Abbott, dopo essere arrivato molto più vicino di quanto originariamente previsto alla conquista del potere, ha avvertito subito che il nuovo governo guidato dalla Gillard sarà quello più di sinistra degli ultimi anni. Infatti, sembra che nessuno sia soddisfatto dello status quo.

Nell'annunciare il suo sostegno ai Labor, Oakeshott ha enfatizato la propria delusione, condivisa da Windsor e dalla maggioranza degli australiani, dovuta alla condotta di tutti i partiti presentatisi alle elezioni. Riferendosi a tale argomento, la Gillard, visibilmente tranquillizzata dopo settimane di stressanti negoziati, ha annunciato che i "Labor sono pronti a governare" con un sistema parlamentare modificato in modo che la transparenza all'interno del governo sia garantita: "Tiriamo le tende e lasciamo splendere il sole", ha concluso. Tali modifiche sono state delineate nell’accordo stipulato con Windsor e Oakeshott: in base ad esso il governo si è impegnato a mettere a disposizione 9 miliardi (circa 7.2 miliardi di euro) che andranno spesi al fine di favorire comunicazioni, infrastrutture, istruzione e benefici sanitari nelle zone rurali. Anche Kevin Rudd, che ha sostenuto l'urto più violento del "colpo di stato" di giugno, ha ricevuto un premio di consolazione materializzatosi nella guida del ministero degli esteri, che gli è stata assegnata il 12 settembre. Nonostante il fatto che il paese rimanga profondamente diviso, la soddisfazione di sapere che un governo finalmente si è formato è generalizzata. Un minimo di ottimismo è stato espresso da Oakeshott - il quale ha rifiutato la carica di ministro degli affari regionali come compenso per il suo appoggio ai Labor al fine di stare più vicino alla sua famiglia - ha commentato: "Sarà un parlamento folle. Sarà bellissimo nella sua bruttezza".