Mozambico: con la morte di Dhlakama il processo di pace è un'incognita. La scomparsa di Afonso Dhlakama il 3 maggio scorso ha colto di sorpresa i mozambicani e in genere chi seguiva le vicende del processo di pace nel Paese. Dhlakama era lo storico leader della Renamo, la principale forza politica di opposizione in Mozambico, ed era impegnato in un dialogo diretto e altamente personalizzato con Filipe Nyusi, il presidente del Mozambico e del partito di governo Frelimo, per porre termine al nuovo confronto armato tra le due parti che dura da più di quattro anni.

Il nome di Dhlakama è sicuramente legato alla feroce guerra civile che ha condotto contro il governo del Frelimo dalla seconda metà degli anni '70 (poco dopo l'indipendenza del Paese) all'inizio degli anni '90, ma anche alla felice conclusione del processo di pace nel 1992 con gli accordi firmati a Roma presso la Comunità di Sant'Egidio e poi alle alterne vicende che lo hanno visto protagonista dell'opposizione al governo del Frelimo nel nuovo quadro democratico del Paese. Ha sempre perso le elezioni, ma ha sempre accusato il Frelimo di brogli e ha rivendicato in più di un'occasione di essere il reale vincitore della contesa elettorale. Nel 1999, alcuni dicono, forse aveva ragione.

Con il passare del tempo però il consenso elettorale al suo partito era andato sgretolandosi, e dal 2010 Dhalakama aveva cominciato a riconquistarlo solo uscendo dalle istituzioni e allontanandosi fisicamente dalla capitale per rifugiarsi nell'antico cuore della sua opposizione armata, in una regione rurale del centro del Paese. Chiedendo a quel punto a gran voce il governo locale e l'autonomia delle regioni in cui aveva riscosso una maggioranza dei voti alle elezioni nazionali, tra il 2013 e il 2014 aveva riavviato una sorta di guerra a bassa intensità con attacchi armati lungo le principali arterie del centro-sud del Paese. Dalla sua base presso Gorongosa, Dhalakama aveva continuato a dirigere il movimento/partito e a ricevere gli intermediari che via via, formalmente o informalmente, si sono succeduti nelle trattative per riportare la pace in Mozambico. Tra questi, ancora una volta, come nel 1990-92, la diplomazia dello Stato italiano e della Chiesa cattolica, senza giungere però allo stesso esito. Poi Dhlakama ha intrapreso un dialogo diretto con il presidente Nyusi, il quale, a sua volta, sembrava essersi impegnato a fondo per la ricerca di una soluzione personale allo stallo politico e militare, anche per costruirsi una sorta di autonomia politica interna al Frelimo rispetto alla storica leadership del suo partito. Rompere lo stallo era necessario anche alla luce di un crisi finanziaria di una certa gravità, innescata dalla scoperta di un enorme debito segreto contratto dal governo del Frelimo sotto la precedente presidenza, probabilmente proprio per far fronte militarmente alla Renamo. In questi ultimi mesi si erano aperte concrete speranza di pace dopo il cessate il fuoco dichiarato da Dhalakama, e soprattutto dopo una bozza di accordo presentata da Nyusi in direzione di alcune richieste del leader della Renamo rispetto all'autonomia politica locale.

Dopo la scomparsa di Dhlakama, i vertici della Renamo si sono riuniti a Beira, la seconda città del Mozambico, e hanno rapidamente nominato Ossufo Momade, generale dell'esercito della Renamo e già segretario generale del partito, quale nuovo leader pro tempore. Attualmente il quadro politico della Renamo post-Dhalakama non è chiaro, anche perché lo stesso Dhlakama non aveva nominato un suo successore e aveva fatto di tutto per stroncare sul nascere le velleità di chiunque minacciasse di potersi costruire una propria base di potere autonoma. E dunque è estremamente incerta la direzione che prenderà il processo di pace con il Frelimo. Tra i nomi che circolano vi sono quelli dello stesso Momade, l'attuale segretario generale del partito Manuel Bissopo, e Ivone Soares, una nipote di Dhlakama ed attuale capo del gruppo parlamentare del partito. Quest'ultima, al contrario dei primi due, rappresenta una nuova generazione di militanti della Renamo, più istruita e meno legata alle vicende della guerra civile e all'ala militare del partito e forse più sensibile alle prospettive di un reintegro della Renamo nella dialettica democratica del Paese, in vista delle importanti elezioni locali di quest'anno e di quelle nazionali del prossimo. Ma l'equilibrio tra le due componenti del partito è molto delicato e difficile da interpretare. Un ruolo potrebbero averlo anche alcune importanti personalità allontanate negli anni e che ora potrebbero rientrare.

Le incognite del processo di pace sono legate anche ai possibili spostamenti di equilibri all'interno dello stesso Frelimo in conseguenza di questo evento. Poco dopo la morte di Dhlakama, gli organi centrali del partito di governo hanno insistito sul vecchio tema dello smantellamento dell'esercito privato della Renamo, mettendo in secondo piano l'accordo sulla decentralizzazione, al centro invece della trattative personali tra Nyusi e Dhlakama. Se questa è l'alba di un indebolimento interno del presidente e di un irrigidimento (o perlomeno rimescolamento) tra le due parti, è tutto da vedere. Ma forse è proprio questo l'ambito su cui si giocano le attuali attese rispetto all'esito del processo di pace in Mozambico, attese particolarmente vive anche tra gli investitori internazionali (si pensi alle scoperte di gas nel nord) e le numerose agenzie dello sviluppo che operano nel Paese.

 

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