«Dobbiamo convincere il mondo che un’egemonia tedesca in Europa agisce in modo più utile, imparziale e meno dannoso per la libertà che un’egemonia di altri»: così scriveva Otto von Bismarck. Per il «cancelliere di ferro» si trattava di un’egemonia consapevole della forza e dei limiti della «potenza di centro» tedesca e quindi della sua vulnerabilità. Oggi naturalmente la Germania agisce in un contesto storico e politico inconfrontabile con quello bismarckiano, innanzi tutto per l’esistenza dell’Unione europea di cui è parte integrante e insostituibile. Ma proprio nel corso dell’attuale crisi economico-finanziaria si è delineata una nuova (sia pur controversa) egemonia tedesca. Di nuovo una «sindrome Bismarck»? La crisi dei rifugiati rischia di portare l’Unione verso la paralisi decisionale e di far perdere a Berlino la capacità di svolgere il suo ruolo di orientamento. «Tutto quello che facciamo in Europa è infinitamente faticoso», dice Angela Merkel. Ancora una volta la Germania si trova a fare i conti con la vulnerabilità della sua egemonia.

Venerdì 11 novembre al Centro culturale di Cantalupa - via Chiesa 73 - all ore 21, si terrà la presentazione del volume Egemonia vulnerabile. La Germania e la sindrome Bismarck (Il Mulino 2016) di Gian Enrico Rusconi.

Ne parlerà con l’autore Andrea Serafino.