Verso il centro. Pare una fuga verso il centro. Gli elettori delle primarie, così come gli elettori del Pd più in generale, sono più di sinistra, gli eletti dalle primarie nel loro complesso un po’ meno, quelli renziani ancora meno. Sulla classica scala dell’autocollocazione sinistra-destra vengono tradizionalmente proposti valori che vanno da 1 a 10, dove 1 corrisponde all’estrema sinistra e 10 all’estrema destra: ora, coloro che votano per il Partito Democratico hanno una media di autocollocazione pari a 2.9, i delegati pari a 3.4 e i delegati in quota Renzi – la maggioranza - pari a 3.7. 

Così il Pd si può definitivamente definire, oggi, come un vero e proprio partito di centro-sinistra, dove la componente legata ancora alla sinistra appare numericamente poco rilevante nel suo elettorato, composta soltanto da poco più di un terzo, ma è ancor meno rilevante tra coloro che sono stati eletti domenica 8 dicembre: soltanto il 10% di loro si posiziona infatti nelle caselle corrispondenti alla sinistra.

Ma non solo: i delegati percepiscono infatti gli elettori del Pd come posizionati ancora più a destra di loro (con una media dell’elettore-tipo superiore al valore di 4, molto prossimo quindi alla posizione mediana della scala, che è pari a 5.5). Al di là dei dettagli numerici, forse di non immediata comprensione, ciò che appare evidente è il mutamente progressivo della percezione di sé lungo questo continuum, che forse dovrebbe dare da pensare anche a coloro che insistono a definire il Pd come l’erede dei vecchi comunisti. Esiste addirittura una quota, minoritaria ma significativamente presente, che dichiara un posizionamento decisamente di centro, senza ulteriori sfumature: quasi il 20% dei delegati si posiziona infatti in una delle due caselle centrali dello spettro.

Come si può notare anche leggendo le altre analisi presenti, il Partito Democratico odierno pare avere ben poco a che spartire con il suo principale predecessore. Sopravvivono certo elementi di continuità, soprattutto in termini di alcuni valori di riferimento, come l’uguaglianza, ma essi vengono declinati oggi in maniera totalmente anti-ideologica. Il posizionamento sulla scala sinistra-destra ne fa fede in maniera forse un po’ arida ma decisamente stringente.

Tra i delegati non esiste ovviamente unanimità nella propria autocollocazione: gli eletti in quota Civati si dichiarano infatti più di sinistra (il loro posizionamento medio è infatti pari a 2.7, un punto in meno dei renziani), mentre gli eletti in quota Cuperlo si situano in una posizione intermedia (con una media di 3.1). Ma questa rappresenta in questo momento una quota residuale dell’assemblea, poco più del 30% degli eletti. Dunque, la stragrande maggioranza di chi oggi è la maggior forza politica nel parlamento e nel paese presenta posizioni decisamente simili a quelle dei più grandi partiti socialdemocratici europei. Sintomi indubitabili di un imminente nuovo corso nell’agenda politica italiana.

 

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"Questioni Primarie" è un progetto di Candidate & Leader Selection e dell'Osservatorio sulla Comunicazione Politica dell'Università di Torino, realizzato in collaborazione con rivistailmulino.it. In vista delle primarie del Pd, ogni settimana riprendiamo contributi pubblicati nell'ambito dell'iniziativa tutti disponibili anche in pdf sul sito di Candidate & Leader Selection. Questa settimana contributi di Luciano Fasano, Paolo Natale, Nicola Martocchia Diodati, Stefano Rombi.