Elettori e selettori. Due specie antropologicamente diverse? Incoronato a furor di popolo il sindaco di Firenze, possiamo ora chiederci: “è il popolo delle primarie così diverso dagli elettori democratici, cioè da coloro che hanno votato il Pd alle ultime elezioni politiche?”

Nonostante Renzi sin dalle Primarie 2012 abbia posto spesso al centro della sua proposta politica il tema del ricambio generazionale, il 56% dei selettori che hanno votato la sua mozione risulta essere over 55. Mostra la stessa proporzione l’elettorato di Cuperlo, a dispetto della differenza estrema riguardo la percezione del candidato. Civati invece ha convogliato sulla sua proposta politica, per il 61%, selettori under 55, ricoprendo il ruolo dell’outsider challenger che lo scorso anno era impersonificato dal sindaco di Firenze. Se inoltre si considera che soltanto il 43% di chi ha votato Pd alle ultime elezioni politiche aveva un’età over 55, risulta evidente come il selettorato che ha votato domenica scorsa sia particolarmente maturo. Considerando che il 74% degli elettori democratici di marzo non aveva raggiunto l’età pensionabile, e il 6% stava ancora studiando, il fatto che il selettorato a sostegno di Renzi e Cuperlo sia composto da pensionati rispettivamente per il 36% e il 39%, e da studenti per l’ 8% e il 7%, appare particolarmente rilevante. Viceversa Civati è stato votato solo per il 22% da pensionati e per 16% da chi frequenta scuole e università.

Anche rispetto al livello di scolarizzazione è presente una sostanziale differenza tra il selettorato e l’elettorato del Pd alle ultime elezioni politiche. Infatti, se solo il 15% dei votanti risulta essersi laureato, il 35% di selettori ha invece ottenuto un diploma universitario. Cuperlo mostra un selettorato con un livello di scolarizzazione inferiore rispetto agli altri due concorrenti, infatti il 28% ha frequentato solo le scuole elementari o quelle medie ed il 41% le superiori, ma solo il 3% in più di coloro che hanno votato il sindaco di Firenze hanno ottenuto la laurea (34%) rispetto ai votanti dell’ultimo segretario della Fgci. Il profilo di chi ha votato Civati, ancora una volta, si discosta dai canoni tipici dell’elettorato democratico: il 45% è laureato, e solamente il 14% non ha ottenuto il diploma superiore.

Riguardo alla pratica religiosa, è invece possibile osservare le differenze e le somiglianze in funzione delle tradizioni politiche di provenienza dei diversi competitor. In tal senso, Civati e Cuperlo mostrano selettori che per gran parte (rispettivamente il 54% e il 45%) non sono praticanti, mentre coloro che hanno votato Renzi sono soliti frequentare le funzioni religiose per il 31% (a differenza del 19% e 20% degli sfidanti) e solo per il 32% non praticare. Il rottamatore è così in grado di rappresentare al meglio il proprio elettorato, visto che i votanti democratici sono per il 36% partecipanti assidui alla messa e solo il 20% non praticanti.

Chi si aspettava che il sindaco di Firenze mostrasse un selettorato particolarmente innovativo è rimasto quindi deluso. D’altronde Matteo Renzi non è più il challenger dello scorso anno, ma il front runner della corsa a segretario di quel partito che dopo una rovinosa tornata elettorale ha deciso di cambiare il suo gruppo dirigente..

 

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"Questioni Primarie" è un progetto di Candidate & Leader Selection e dell'Osservatorio sulla Comunicazione Politica dell'Università di Torino, realizzato in collaborazione con rivistailmulino.it. In vista delle primarie del Pd, ogni settimana riprendiamo contributi pubblicati nell'ambito dell'iniziativa tutti disponibili anche in pdf sul sito di Candidate & Leader Selection. Questa settimana contributi di Fulvio Venturino, Marco Valbruzzi, Marino De Luca, Nicola Martocchia Diodati, Luciano Fasano, Giuliano Bobba, Arianna Giovannini, Jim Newell.