La storia del Novecento europeo è punteggiata di stati che crollano: dalla fine dei Romanov, degli Asburgo e degli Hohenzollern, nel biennio conclusivo della grande guerra, alla dissoluzione della Terza Repubblica francese durante l'estate del 1940, allo sfascio italiano del settembre 1943, fino alla dissoluzione dell'Urss e del suo impero europeo.

Il libro ricostruisce e discute questi «ultimi giorni». Nei palazzi del potere e sulle piazze cittadine è un affollato teatro di avvenimenti individuali e corali. Di decisori che cercano di reagire al ritmo eccezionale assunto dagli eventi. Di apparati di controllo che si sfaldano e rinunciano a usare la propria forza. Di comunità urbane alle prese con il terremoto delle istituzioni che collassano, della quotidianità che si sbriciola, dei valori pubblici e privati che si capovolgono. Con l'evidenza vivace della cronaca, gli ultimi giorni mostrano il cumularsi, come in un circolo vizioso, di errori politici, inefficienze amministrative, delusioni e antagonismi collettivi, smarrimenti psicologici. Ma nulla sembra predestinato. A Pietroburgo come a Vienna, a Berlino come a Mosca, nel 1917-18 come nel 1989-91, il gioco è aperto fino all'ultima mossa. Le partite della storia non sono mai un destino già scritto.

Paolo Macry insegna Storia contemporanea nell'Università di Napoli Federico II. Con il Mulino ha pubblicato La società contemporanea (II ed. 1995) e Ottocento (2002).

 

Collana Intersezioni, Bologna, Il Mulino, pp. 280, euro 16.