Il settennato di Giorgio Napolitano ha segnato l’accrescersi dell’influenza della presidenza della Repubblica nel sistema politico-istituzionale.
In un periodo caratterizzato dalla crisi del bipolarismo, dalla delegittimazione dei partiti e dalla debolezza di governo e parlamento,  il Quirinale è stato il crocevia di incisive decisioni di politica interna ed internazionale. Dalle scelte legislative ai rapporti tra politica e giustizia, dalle missioni militari all’estero agli impegni nei confronti dell’Unione europea, la voce del capo dello Stato è stata sempre più presente ed ascoltata. Non si è trattato, però, di un presidenzialismo di fatto o «a Costituzione invariata». Come dimostra l’analisi condotta in questo volume, Napolitano ha saputo cogliere le potenzialità di intervento offerte dall’elasticità della disciplina costituzionale, così rafforzando il ruolo del capo dello Stato all’interno del nostro regime parlamentare.

Vincenzo Lippolis insegna Diritto pubblico comparato nella LUISPO-Università degli studi internazionali di Roma. È stato vice segretario della Camera dei deputati e vice presidente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa. Ha pubblicato, tra l’altro, Il bipolarismo conflittuale. Il regime politico della seconda Repubblica (con G. Pitruzzella; Rubbettino, 2007) e La cittadinanza europea (Il Mulino, 1994).

Giulio M. Salerno insegna Istituzioni di diritto pubblico nell’Università di Macerata dove è direttore del Dipartimento di Economia e diritto. Ha pubblicato, tra l’altro, I nostri diritti (Laterza, 2002) e il Manuale di diritto costituzionale (con M. Mazziotti di Celso; Cedam, 2010).

 

La repubblica del presidente, Collana "Saggi", Il Mulino, 2013, pp. 200