La scelta del corso di laurea cui fare domanda di iscrizione è forse la decisione più importante alla quale sono chiamati i maturandi e le loro famiglie. Ne va delle prospettive di lavoro e dei progetti di vita, implica valutazioni finanziarie circa la sostenibilità per i bilanci familiari dei costi prevedibili e un confronto coi benefici sperati quando si sia occupati.

È una scelta che, con l’introduzione diffusa di test di accesso, richiede un impegno per la loro preparazione, in alcuni casi fin dal penultimo anno degli studi secondari. Sono di questi giorni le notizie sulla tendenza ad anticipare già a marzo-aprile le preselezioni in parecchi atenei italiani. Hanno avuto una certa eco sulla stampa e sul web gli intralci al transito a Roma determinato dalla partecipazione di oltre 9.000 candidati al test di accesso per medicina all’Università Cattolica.

Sulla base di quali informazioni i maturandi e le loro famiglie decidono di far domanda a un corso di laurea triennale o a ciclo unico (quali medicina o giurisprudenza)?

È questo un punto che viene sollevato spesso, in relazione all’auspicato migliore raccordo tra offerta di laureati e opportunità di lavoro successive. Le notizie che potenziali matricole e famiglie possono trarre dai mezzi d’informazione, e ancor più dalle reti amicali e parentali, sono spesso contraddittorie, frammentarie, quando non obsolete. A ciò si aggiunge quest’anno, per gli adempimenti della riforma delle università, l’ulteriore effetto di disturbo informativo connesso alla trasformazione di facoltà in dipartimenti e in scuole d’ateneo.

Chiunque abbia svolto attività d’orientamento nelle scuole secondarie, nella veste di genitore presente negli organi collegiali o di esperto, credo possa dare ampia testimonianza di questi effetti di spaesamento.

Un suggerimento allora al ministro Profumo: per fornire un rimedio immediato a questo stato di cose, a costo zero per le finanze pubbliche, sarebbe opportuno replicare per l’università quanto fatto quest’anno nel caso della scelta per l’iscrizione alle scuole, fino a quelle secondarie di secondo grado. Il sito dedicato, La scuola in chiaro, sul portale del ministero dell’Istruzione e dell’Università (Miur), attivo dalla metà di gennaio 2012, fornisce informazioni sulle caratteristiche delle scuole sul territorio nazionale e consente confronti perché si sia meglio in grado di scegliere un certo istituto. Un servizio analogo potrebbe essere offerto gratuitamente alle potenziali matricole e alle loro famiglie, perché possano farsi un’idea più precisa circa i percorsi dei singoli corsi di laurea, inclusi i risultati occupazionali.

Per rafforzare la credibilità di informazioni pubbliche intese a orientare le scelte universitarie non è sufficiente che sul portale del Miur siano inserite, già in ritardo rispetto ai tempi utili per molti candidati, le schede su tutti i corsi di laurea, anche in traduzione inglese, come si legge nel Programma nazionale di riforma (p.102), tra le azioni per migliorare la condizione giovanile. Informazioni in burocratese, come è quella dei documenti per l’offerta formativa, sono difficilmente decrittabili per la gran massa della platea italiana potenzialmente interessata; difficilmente il grado di comprensibilità sarà migliore per la platea estera, a meno di un cospicuo investimento nella resa in inglese.

Più utile, per dare concretezza al percorso di studio proposto, sarebbe inserire sul portale del Miur, nella sezione sull’offerta formativa, il link alle indagini Almalaurea su sessantaquattro atenei, e Stella su undici, sia sul profilo dei laureati, sia, e ancor più, sulla condizione occupazionale dei laureati successivamente al conseguimento del titolo. Le due indagini consentono di poter ricercare informazioni, usando semplici maschere per la consultazione, per singolo corso di laurea di ateneo, e dunque di effettuare confronti, su aspetti di grande rilievo e a elevato tasso di credibilità, perché registrano dati e valutazioni dei laureati dopo la fine della loro esperienza di studio. Considerando i dati Almalaurea, più aggiornati di un anno rispetto a Stella, il profilo dei laureati informa sulla composizione per provenienza di studi, per genere, sull’origine sociale dei potenziali colleghi di corso, sulla durata media effettiva degli studi, sulla partecipazione a tirocini e a programmi di studio all’estero, sulla qualità delle strutture e del rapporto con i docenti. La condizione occupazionale, a uno e a tre anni di distanza dal conseguimento del titolo, consente di ottenere dati sulla valutazione del laureato stesso circa la coerenza di quanto appreso con la propria occupazione, sulla retribuzione, sulla tipologia di lavoro ecc, distinguendo ad esempio a seconda del genere, della condizione di studente lavoratore o no al momento della laurea.

Per orientare su quali corsi di laurea indagare è attivo da qualche anno Almaorientati che, a partire da una serie di informazioni di autovalutazione, individua nell’Offerta formativa sul sito del Miur i corsi di laurea che potrebbero essere più consoni.

Un’osservazione finale. Le informazioni acquisibili in rete registrano esperienze, ravvicinate nel tempo, di quasi coetanei dei maturandi, e dunque di vettori informativi più vicini alla sensibilità di questi ultimi. Per questo motivo possono avere un impatto psicologico maggiore rispetto ai canali ufficiali o ai consigli degli adulti nel convertire informazioni in scelte desiderabili, soggettivamente e collettivamente, ai fini della mobilità sociale e della crescita.