Per il catechismo significa soprattutto non nominare il nome di Dio senza rispetto e non bestemmiare. In realtà, nella sua formulazione più autentica, il comandamento biblico vieta di servirsi del nome del Signore per coprire forme di ingiustizia: dal giurare il falso alle giustificazioni dell'oppressione. {C}In un non lontano passato gli Stati moderni hanno definito giuste le loro guerre legittimandole anche con simboli religiosi; oggi, in età globale, il connubio tra Dio e violenza resta più che mai all'ordine del giorno. Il nome di Dio continua a dirsi in molti modi carichi di ambiguità, mentre la sua santificazione - prospettata nel "Padre Nostro" - dovrebbe esser riserva di libertà e rifrangersi nella costruzione di relazioni umane pacificate.

Carlo Galli insegna Storia delle dottrine politiche nell'Università di Bologna. Con il Mulino ha fra l'altro pubblicato: "Lo sguardo di Giano. Saggi su Carl Schmitt" (2008), "L'umanità multiculturale" (2009) e "Genealogia della politica" (II ed. 2010). Piero Stefani, biblista e studioso di ebraismo, insegna nella Facoltà teologica di Milano. Tra le sue pubblicazioni per il Mulino "Gli ebrei" (II ed. 2006), "La Bibbia" (2004), e "L'Apocalisse" (2008).

 

Collana "Voci", serie I comandamenti, Bologna, Il Mulino, pp. 168, euro 12,00.