Elezioni europee: Germania. In Germania le elezioni per il Parlamento europeo hanno sanzionato i due partiti di governo: la Cdu/Csu arretra di circa sei punti percentuali rispetto alle europee del 2004,

passando dal 44% al 37, 9% dei voti, mentre la Spd scende al 20,8% (-0,7%) e ottiene così il suo peggior risultato dal 1949. Guadagnano invece consensi tutti e i tre partiti minori, i Verdi con il 12,1% (+0,2%), i Liberal-democratici (Fdp) con l’11% (+4,9%) e l’estrema sinistra di Die Linke con il 7,5% (+1,4).

 

 

Germania: Elezioni europee 1999, 2004 e 2009

 
Cdu/Csu
Spd
Verdi
Fdp
Die Linke
Altri
Percentuale votanti
1999
48,7%
30,7%
6,4%
3%
5,8%
5,4%
45,2%
2004
44%
21,5%
11,9%
6,1%
6,1%
9,9%
43,0%
2009
37,9%
20,8%
12,1%
11,0%
7,5%
10,7%
43,3%

 

Rispetto alle due precedenti tornate elettorali per il rinnovo del Parlamento europeo, il risultato del 2009 conferma un dato e una tendenza di più lungo periodo: il dato è rappresentato dalla bassa affluenza alle urne (ca. 43%), che colloca la Germania ancora una volta al di sotto della media dei paesi dell’Europa occidentale; la tendenza consiste nell’erosione del consenso dei due principali partiti di massa a fronte della crescita delle formazioni minori. In particolare, nel giro di dieci anni i cristiano-democratici e i socialdemocratici hanno perso entrambi circa 10 punti percentuali, passando rispettivamente dal 48,7% al 37, 9% e dal 30,7% al 20,8% dei voti, laddove i verdi, i liberali e i postcomunisti hanno visto costantemente aumentare il proprio bacino elettorale e, sul piano nazionale e regionale, anche il proprio peso nelle trattative per la formazione dei governi di coalizione. La crescente disaffezione nei confronti dei partiti popolari (Volksparteien) è, d’altra parte, un fenomeno storico che a partire dalla fine degli anni Settanta del secolo scorso ha interessato tutti i principali paesi dell’Europa occidentale e che in alcuni casi ha assunto delle dimensioni ancora più significative di quelle che ha assunto in Germania.

 

 

Germania: Elezioni nazionali (18 settembre 2005) e elezioni europee (giugno 2009)  

 
Cdu/Csu
Spd
Verdi
Fdp
Die Linke
Altri
Percentuale votanti
2005
35,2%
34,3%
8,1%
9,8%
8,7%
3,9%
 
2009
37,9%
20,8%
12,1%
11,0%
7,5%
10,7%
43,3%

 

Rispetto alla somma dei voti ottenuti complessivamente dalla Cdu/Csu e dalla Spd nelle elezioni nazionali del 2005 (69,5%), alle europee del 2009 (58,7%) si osserva un’ulteriore perdita di quasi l’11% dei consensi. Questo calo è sicuramente riconducibile al diverso tasso di partecipazione elettorale - l’astensionismo, infatti, penalizza generalmente i partiti più grandi - ma, almeno in parte, è anche espressione di un diffuso malcontento nei confronti della attuale coalizione di governo. A tale riguardo, però, non si può fare a meno di notare una diversità di atteggiamenti dei cittadini tedeschi nel premiare/sanzionare l’operato dei partiti della Grosse Koalition. Scomponendo il dato aggregato, si nota, infatti, come la Cdu/Csu abbia ottenuto addirittura qualche voto in più rispetto alle elezioni del 2005 (+1,7%), consolidando la sua posizione di primo partito, laddove la Spd ha subito una pesante perdita di consensi (-13,5%). Sullo sfondo di una campagna elettorale dominata dai temi della crisi economica, tale risultato sembra dunque esprimere un giudizio sostanzialmente positivo nei confronti dell’azione di governo della cancelliera Angela Merkel e uno estremamente negativo nei confronti della socialdemocrazia tedesca, il cui tentativo degli ultimi mesi di accreditarsi come il partito dell’interventismo dello Stato in economia si è rivelato inefficace, se non addirittura controproducente. In vista delle imminenti elezioni politiche, previste per il prossimo 27 settembre, il dato politico più significativo da mettere in rilievo è proprio la grande distanza (17%) che separa la Cdu/Csu dalla Spd. Se le sostanziali differenze tra le elezioni europee e quelle nazionali non consentono di interpretare le prime come una probabile anticipazione delle seconde, la prospettiva di una ripresa della Spd all’ultimo minuto come avvenne nel 2005 appare poco realistica, tenuto conto della breve distanza temporale dall’appuntamento elettorale e dell’assenza di un leader carismatico come Gerhard Schröder. Rimanendo nel campo delle speculazioni, l’eventuale persistenza di un tale squilibrio tra i due maggiori partiti dovrebbe portare a un cambio di maggioranza e, in particolare, alla formazione di una coalizione Cdu/Csu-Fdp, eventualmente supportata dai Verdi. D’altra parte, dati alla mano, dei tanti scenari alternativi possibili, l’unica soluzione che allo stato attuale appare impraticabile è la «coalizione semaforo» (Spd-Fdp-Verdi).