Troppo spesso si pensa che il patrimonio storico e artistico italiano sia infinito. Si perde cioè di vista come invece sia costituito da un numero di opere certamente altissimo, ma comunque finito, formato da manufatti unici, irripetibili e fragilissimi.
Difficile dimenticare il sorriso stupito del libraio a Freiburg quando, qualche estate fa, arrivata alla cassa con parecchi volumi della casa editrice Insel Bucherei, piccoli gioielli con riedizioni di classici illustrate da artisti importanti, ho chiesto in inglese se fosse possibile avere un piccolo sconto in quanto collega straniera.
È vero, la Fondazione Carnevale di Putignano, in programma a gennaio e febbraio, ha deliberato di dedicare i carri allegorici a “Fellini e i suoi film”, con tanto di bando pubblico per i bozzetti e un contributo straordinario regionale pugliese di 35.731,25 euro. E il festival “Bif&st” dispenserà in marzo, fra Bari e Lecce, un tributo di proiezioni al regista italiano più famoso nel mondo
La mostra Cinematic Bologna, a cura di Home Movies e in collaborazione con l’Istituto storico Parri Emilia-Romagna, in corso in queste settimane presso l’Urban Center di Bologna, rappresenta il primo di una serie di appuntamenti e momenti di approfondimento sul tema della rappresentazione della città.
«Riesci a spiegarmi perché, a oltre tre anni dal terremoto, il centro storico dell’Aquila ancora giace abbandonato a se stesso? Con la sua popolazione ghettizzata nelle new towns?».
«Credo che l’operazione abbia tutte le caratteristiche di un laboratorio, dove l’obiettivo è mettere a punto il modo per accelerare la cancellazione dalle nostre città delle sempre più senescenti popolazioni