Strumentalizzazione e amnesia svolgono un ruolo politico evidente. I fatti di Macerata hanno dato spunto alla impraticabile promessa di rispedire a casa 600.000 irregolari. Amnesia fa rima con amnistia: Berlusconi, autore della promessa acchiappavoti, nel 2002 fece la più vasta sanatoria italiana, e la Lega era in quel governo.
Per i trentenni di Bologna “Lo Stato Sociale” non è una novità sanremese, ma una realtà del quotidiano: una creatura nata e cresciuta insieme a noi, tra il liceo e l’università, tra le feste delle scuole, le sale prova e i famigerati “centri sociali” che oggi piacciono tanto a Matteo Salvini.
Le polemiche sollevate dall’idea di rivedere le forme di finanziamento della Rai lanciata da Matteo Renzi all’inizio del nuovo anno sembrano per ora acquietate. Il tema però è davvero importante, e andrebbe affrontato in modo più riflessivo di quanto ci si possa attendere dall’attuale clima pre-elettorale.
La prima cosa che veniva in mente, guardando un programma come Danza con me nella prima serata televisiva di Raiuno, è che il 1 gennaio – per tradizione, talvolta quasi per obbligo – è il giorno delle dichiarazioni di intenti e dei buoni propositi. Non sempre sono destinati a sopravvivere più di qualche settimana, o qualche attimo, ma hanno un’importanza programmatica che va oltre la pur breve durata.
Lo scorso 15 dicembre una fonte anonima ha rivelato al «Washington Post» che in una riunione tenutasi il giorno precedente al Center for Disease Control and Prevention (Cdc) di Atlanta, alcuni funzionari avrebbero chiesto agli analisti impegnati a compilare il budget 2019 di astenersi dall’utilizzare sette parole: «vulnerable», «entitlement», «diversity», «transgender», «fetus», «evidence-based» e «science-based».