Altro che social, altro che Netflix. Pur nella pluralità delle possibili fonti informative offerte da uno scenario mediale ormai compiutamente digitale, è ancora la «classica» televisione lineare e di flusso, sia tematica sia soprattutto generalista,
All’inizio del mese di maggio mi è stato chiesto di tenere una lezione presso un ateneo milanese. Come spesso accade, ho adoperato materiali tratti dalla letteratura, dalla saggistica, dall’arte, dal cinema, dalla musica. Mi sono ritrovato a navigare in un mare di sguardi perplessi.
Tutte le espressioni che circolano ormai da anni sul sistema dei media e sul giornalismo nell’epoca digitale – la disintermediazione, l’intossicazione mediatica, la guerra per l’attenzione, la fine del giornale come principio ordinatore, l’invecchiamento immediato di tutto, l’era delle notifiche,
"The first game where women make more than men". Così recita la scatola di Ms. Monopoly, la nuova edizione del celebre gioco da tavolo che la Hasbro ha ora lanciato in una versione “al femminile”. Ms. Monopoly mette al centro le donne a partire dal soggetto rappresentato sulla scatola: la Signora Monopoly è una giovane donna dallo sguardo vivace, in jeans e scarpe con il tacco; immagine che soppianta quella tradizionale dell’attempato signore con baffi bianchi e cappello a cilindro.
Roberto Cerati confessava con un certo pudore che si sentiva più a suo agio in una libreria che a casa propria. Fu a lungo il direttore commerciale dell’Einaudi degli anni d’oro, per poi diventarne presidente, morto Giulio, in anni meno aurei. Era l’idolo dei librai di tutt’Italia e nel corso dei decenni aveva costruito una formidabile rete commerciale,