«L’infanzia di tutti è una specie di cannocchiale collegato a un microscopio, ma il mio strumento esplora la notte della Shoah, lo sterminio hitleriano, la catastrofe di quando ero bambino, i tempi lontani in cui si perse nel nulla e senza motivo l’esistenza di tante persone amate».
Ho conosciuto Aldo Zargani in occasione dell’uscita del suo primo libro, Per violino solo, da cui queste parole sono tratte, e da allora non l’ho più perduto.