Chi sono i gufi con i quali Renzi se la prende tanto? Da una lettura dei riferimenti polemici dedicati dal nostro premier a questi splendidi rapaci notturni, mi sembra di capire che ce ne sono almeno due specie, se non mettiamo tra i gufi anche coloro che, pur critici di singole iniziative del premier o del suo stile da Gian Burrasca, sono sostanzialmente d’accordo con la rivoluzione politica che egli ha provocato. Più che gufi, questi ultimi sono dei grilli parlanti, ma anche loro rischiano di prendersi una martellata se fanno troppo strepito.
Una specie di gufi sono i suoi avversari – dentro e fuori al partito – che hanno un forte interesse politico a “gufare”, a esasperare le critiche contro la sua azione come leader del partito e capo del governo, nella speranza di estrometterlo da entrambi i ruoli. E alla stessa specie appartengono gli intellettuali e gli opinionisti vicini a quelle aree politiche, convinti che Renzi rappresenti una discontinuità pericolosa nella storia democratica italiana del dopoguerra. Ce ne sono di sinistra e di destra: quelli di sinistra radicale si sono uniti in un comitato per il No al referendum e quanto si può dire è che i motivi della loro ostilità a Renzi sono molto diversi da quelli della destra, oltre che diversi tra di loro.
Una specie differente è costituita da coloro che non hanno contro Renzi avversioni politico-ideologiche forti, ma dubitano che il suo stile e i suoi indirizzi di governo producano gli effetti benefici che egli non cessa di magnificare. Una specie meno aggressiva e dannosa, si potrebbe pensare. Ma per un politico che sulla comunicazione e l’immagine, ancor più che sui fatti, ha costruito il suo consenso, questo non è vero.