Se c’è qualcuno che ha posto il lavoro al centro della propria attività di studioso e ricercatore questi è Luciano Gallino. Una ragione in più per porgli qualche domanda in un momento che vede le varie forme di lavoro, in Italia ma non solo, pienamente coinvolte nella grande crisi di sistema di cui il dato economico e finanziario è solo un aspetto, per quanto rilevante.
Nella formazione della giunta del comune di Genova, il sindaco Doria ha affidato l'assessorato al personale a una dirigente dell'Asl e quello alla scuola a un pro-rettore dell’Università cittadina. Tutto nell'ordine delle cose, se non fosse che la prima chiede di continuare a svolgere pure il suo attuale lavoro (magari anche solo part-time) e il secondo, già dimessosi da pro-rettore, di mantenere la cattedra.
Per un decano del diritto del lavoro come Umberto Romagnoli, l'Italia sta diventando una Repubblica che, pur essendo fondata sul lavoro, ammette la manomissione incontrollata dei suoi diritti. A fare da controparte Massimo Pallini, che invita a non considerare intangibile lo Statuto dei lavoratori, ma a ricomprenderne le modifiche nel più ampio e necessario disegno di riforma del nostro sistema produttivo, formativo, finanziario e creditizio.
Lo Statuto dei lavoratori (1970) si proponeva finalità che autorizzano a qualificarlo come la legge delle due cittadinanze nei luoghi di lavoro: distinte ma reciprocamente collegate. Per realizzare la cittadinanza del sindacato, ne proteggeva i rappresentanti aziendali contro il potere dell’impresa; quanto ai lavoratori, ordinava all’impresa di adeguare il suo ordinamento interno e la sua stessa logica al principio per cui i lavoratori, per quanto legati da un rapporto di dipendenza, sono anzitutto i cittadini di una Repubblica democratica.
Lo Statuto dei lavoratori del 1970 costituisce una pietra miliare non solo del diritto del lavoro, ma della realizzazione del disegno costituzionale repubblicano, avendo dato un fondamentale contributo – come giustamente sottolinea Umberto Romagnoli – all’ingresso e al radicamento dei diritti di cittadinanza democratica nei luoghi di lavoro.