“Salto nel vuoto o suicidio assistito?”. È già storia la domanda che Beppe Grillo, a Parma, urlò in una Piazza della Pace stracolma di gente (più di 5 mila persone), una settimana prima del ballottaggio. Perché storica è stata la scelta dei parmigiani: l’elezione di Federico Pizzarotti, primo sindaco M5S in una città importante.
Dove va la democrazia italiana? Non è questione di svolte a destra o a sinistra (ammesso che nella confusione attuale i due termini abbiano ancora un qualche significato), ma di qualcosa di assai più importante: stiamo perdendo le coordinate del costituzionalismo occidentale.
È vero che la consapevolezza di cosa significasse questo “regime” è sempre stata modesta (tanto che nella valutazione comune “regime politico” non indica in generale un sistema costituzionale, ma un abuso del sistema).
Nelle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013 il Movimento 5 Stelle si è imposto come primo partito, riportando, alla sua prima prova elettorale su scala nazionale, quasi 8.700.000 voti alla Camera dei deputati, circa 45.000 in più rispetto al Pd, secondo partito e capofila della coalizione di centrosinistra.
La coalizione di centrodestra ha perso circa 9 milioni di voti, uscendo quasi dimezzata rispetto al 2008. Il Partito democratico ha perso circa 3 milioni e mezzo di voti, quasi un quarto in meno di quelli presi Veltroni (e 3 milioni in meno di quelli presi da Occhetto).
Al netto delle approssimazioni, il dato emerge chiaro: il M5s ha stravinto tra i giovani (41%), mentre le performance di appeal della Lista Monti (23%), del Pdl (15%) e soprattutto del Pd (7%) risultano drammaticamente inferiori.