“Il Mulino” si è regolarmente e attentamente occupato di riforme istituzionali e elettorali. Riproponiamo ai lettori la parte propositiva di un articolo pubblicato nel fascicolo di luglio-agosto 1984 del nostro socio Gianfranco Pasquino.
Da ultimo la vicenda dell’arresto dei Ligresti, ma poco prima gli scandali di Finmeccanisca e Saipem: tutte riconferme di diffusione nel Paese di forme degenerate di crony capitalism, di un inestricabile intreccio relazionale tra affari e politica
Non basta l’infinita crisi economica che piega speranze e progetti, facendo emigrare tanti giovani alla ricerca di un presente e futuro decenti. Non basta che parte della maggioranza minacci ogni giorno il governo di cui fa parte di ritirare il proprio appoggio se il proprio leader e proprietario
Gentile onorevole Calderoli, Le scrivo dopo avere appreso della Sua indisponibilità a rassegnare le dimissioni dalla carica di vicepresidente del Senato, in seguito alle offese da Lei rivolte all’indirizzo di Cécile Kienge, attuale ministro dell’Integrazione nel governo italiano.
È un’offensiva frontale quella che viene portata dai grandi quotidiani contro i gruppi di interesse, contro i detentori dei poteri di veto, peggio ancora se impudicamente “incrociati” (che non stiano semplicemente facendo il loro lavoro?)