Sulla Campania sono stati puntati in queste ore i riflettori nazionali. Si trattava di una delle sole tre regioni, insieme al Veneto e alla Liguria, in cui il risultato fosse ancora incerto. Una di quelle che avrebbero potuto fare la differenza per il bottino del Pd di Matteo Renzi. E tuttavia lo stesso premier non ha considerato la sfida campana come un banco di prova, sia perché molto distante per storia personale dal candidato governatore Vincenzo De Luca,
Anche in Puglia, come nell’intero Paese, il vincitore occulto delle elezioni regionali è l’astensionismo. La vena astensionista dell’elettorato non accenna a placarsi. Con una crescita di ben 12 punti percentuali nel giro di 5 anni (dal 37% a quasi la metà dell’elettorato), questo fenomeno è ormai molto di più di un campanello d’allarme per il sistema dei partiti. Esso andrebbe, almeno in parte, derubricato dalla casistica della disaffezione
In Umbria il centrosinistra ha vinto e Catiuscia Marini è stata confermata alla guida della regione. Ma conviene ricordare le parole usate da Matteo Orfini, presidente Pd, appena terminato lo spoglio elettorale a commento del risultato finale umbro: “Non ci aspettavamo una partita così difficile”.
Tuttavia, nei mesi scorsi in Umbria qualche segnale che poteva far
presagire “una partita difficile” non è mancato. Tutti, e per
ragioni diverse, hanno bene in mente cosa è successo l’8 giugno
2014
Alla vigilia delle elezioni, diverse erano le ragioni che facevano temere per un drastico calo della partecipazione elettorale. Oltre al precedente risultato assai negativo