La cosiddetta “borghesia riflessiva”, blocco sociale portante (e perdente) della terza via del riformismo all’italiana, è uscita con le ossa rotte dalle ultime elezioni politiche, perché non ha saputo offrire soluzioni culturali e politiche credibili
Uno spettro si aggira da qualche anno nelle case di molte famiglie italiane con figli piccoli: l’educazione di genere impartita a scuola sin dai primi anni di infanzia,
In media gli studenti italiani vivono la scuola come un tempo la recluta viveva la naja: qualcosa di ripetitivo, burocratico, faticoso, ma non particolarmente significativo. Dalla scuola si vuole uscire al più presto (a fine giornata così come al termine del corso di studi) ricavandone quanti meno danni o fastidi possibile.
Qualche anno fa Bettina Stangneth ha pubblicato un libro fortunato dal titolo significativo: La verità del male (tradotto in Italia nel 2017 da Luiss University Press).
“Non posso dunque che stigmatizzare il linguaggio utilizzato da alcune istituzioni scolastiche, e riportato dalla stampa nella compilazione del Rapporto di autovalutazione (Rav), uno strumento di trasparenza che viene pubblicato […] sul portale ‘Scuola in chiaro’ per fornire alle famiglie e a chi si iscrive elementi di conoscenza […]