Oggi, venerdì 29 gennaio, si incontreranno Matteo Renzi e Angela Merkel. Non ho dubbi che verranno appianate le incomprensioni suscitate dai toni da Gianburrasca del nostro premier nelle sue critiche a Juncker e alla Commissione e, indirettamente, anche alla politica tedesca.
Un’altra epoca, un’altra storia. La cosiddetta area Schengen, che sancisce la libera circolazione delle persone, è figlia di un mondo diverso dall’attuale. L’accordo venne firmato da cinque Stati (i tre del Benelux, Francia, Germania) nel 1985. Via via, vi aderirono altri Paesi, come l’Italia nel 1990.
Consideriamo una famiglia tipo di profughi siriani. Marito, moglie e due figli piccoli. Dopo la fuga da una città in fiamme, tra milizie e bande di ogni tipo, su strade sconnesse e insicure, riescono a passare in Turchia. Da qui, dopo essere stati detenuti in qualche campo, in base alle imperscrutabili decisioni di Erdogan, sbarcano in un’isola greca, rischiando di morire nell’Egeo.
Dall’inizio del 2015 la Bce attua un programma di alleggerimento quantitativo (il cd. quantitative easing) che prevede l’immissione nell’economia di grandi quantità di denaro. Ogni mese la Bce acquista 60 miliardi di euro in titoli di Stato e in tal modo inietta una pari quantità di denaro nell'economia.
“Morte per policy”, ovvero a causa della politica, è il titolo della campagna promossa, già dal 1993, da United for Intercultural Action – European Network against nationalism, racism, fascism and in support of migrants and refugees per la riforma immediata delle politiche europee in materia di migrazione e asilo. L’intento della campagna è quello di monitorare il costo umano di tali politiche