Si ha un bel dire, come ha fatto il premier spagnolo Mariano Rajoy, che il referendum catalano non c’è stato. Giuridicamente è così: quella che si è svolta ieri è una consultazione di fatto, svoltasi fuori da qualsiasi controllo, e non per colpa degli indipendentisti.
In principio fu Airbus, quella originale dei cieli a guida franco-tedesca. Ma alla luce del caso Stx-Fincantieri di questi giorni, la domanda diviene: avremo mai quella dei mari? Per rispondere alla domanda è necessario fare un passo indietro.
L’applicazione da cellulare che uso come navigatore mi guida giù per una circonvallazione larga e trafficata come in tutte le grandi città. Ho appena lasciato il quartiere europeo, con gli immensi edifici a specchio che ospitano le istituzioni comunitarie e la miriade di uffici di organizzazioni e realtà ad esse legati.
L’ennesima estate di sbarchi offre in pasto all’opinione pubblica quello che, riprendendo una felice espressione dell’antropologo Nicholas De Genova, potremmo definire come la versione italiana di un permanente «spettacolo del confine». I numeri degli sbarchi di ogni giorno e, soprattutto, le proiezioni su quelli futuri si rincorrono a sostegno dell’azione diplomatica del governo italiano,
Come Helmut Kohl, Simone Veil fa parte di quella classe politica europea che ha preso il testimone dai padri e dalle madri dell’idea di un’’Europa unita, democratica e solidale per farla vivere attraverso le istituzioni che erano state concepite alla fine della seconda guerra mondiale.