Ex Cie, hub, Centro Mattei, campo: sono molti i nomi con cui è stata chiamata la struttura di via Mattei 60, posta nella prima periferia di Bologna. Il primo nome, ex Cie, ne rispetta sicuramente la storia, e purtroppo l’architettura. Chiuso nel 2013, il Cie di Bologna è un compound cintato da alte mura, il cui cancello di ferro conserva le macchie di vernice lanciata da chi da fuori ha lottato per la sua chiusura e per i diritti delle persone lì dentro rinchiuse. Il Mattei riaprirà nell’estate del 2014.
Il ballottaggio nel Comune di Prato ha attirato l’attenzione non soltanto per la dimensione – demografica e simbolica – del comune ma anche perché, seppur da una prospettiva diversa, i risultati della tornata amministrativa rappresentano una cartina di tornasole per comprendere le possibili strategie dei partiti in vista delle elezioni del prossimo anno quando, per la prima volta, la guida della regione Toscana risulterà realmente contendibile.
Ovattata, come la nebbia fuori stagione, un giorno dopo l’altro scivola via una campagna elettorale che a posteriori, forse, si potrà definire storica. A Ferrara potrebbe infatti verificarsi il primo cambio di timoniere al vertice dell’amministrazione cittadina.
Con i suoi otto candidati a sindaco, Prato si presenta alle prossime elezioni amministrative in un quadro di grande frammentazione politica e di estrema incertezza per quanto concerne l’esito finale. Il sindaco uscente Matteo Biffoni, sostenuto da una coalizione formata dal Partito democratico, Più Europa e alcune liste civiche
Cagliari – osserva D.H. Lawrence nel suo capolavoro Sea and Sardinia – “sorge su una plaga, terra e mare, che sembra la fine del mondo”. Uno sguardo, quello dello scrittore, che ha a lungo segnato la cifra estetica della città: il mare e, tutt’intorno, un’architettura di zone umide, in parte naturali e in parte artificiali, che potrebbe offrire le migliori risorse per un (ancora) incompiuto progetto di città ambientale.