Ciò che davvero impressiona nella vicenda della sentenza europea
sulla presenza del crocifisso nelle aule scolastiche è la
paradossale inversione dei ruoli degli attori coinvolti. Il governo
italiano rinuncia a difendere il valore costituzionale della
laicità della Repubblica e la sacra libertà della scuola sostenendo
che la croce, come vessillo dell’unica chiesa nominata nella
Costituzione, andrebbe considerata un simbolo dello Stato. La
conferenza episcopale italiana dichiara testualmente che il
crocifisso «non è solo simbolo religioso, ma anche segno
culturale» e che la sua «esposizione nei luoghi pubblici è in linea
con il riconoscimento dei principi del cattolicesimo come “parte
del patrimonio storico del popolo italiano”, ribadito dal
Concordato del 1984».
È dunque alla laica Corte europea che tocca ricordare ai
cattolicissimi italiani che (traduco dal francese della sentenza)
«il fatto che la croce abbia anche altre “chiavi di lettura non
comporta la perdita della sua connotazione principale, che è
religiosa».
Un povero crocifisso
, November 9, 2009