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n° 3

L'Italia appare sempre più marginale nel contesto europeo e mondiale. Il ruolo svolto per favorire il processo di integrazione europea, pure tra molte difficoltà e contraddizioni, rischia di entrare rapidamente nel cassetto dei ricordi. Oggi la nota dominante sembra essere quella di una progressiva irrilevanza del nostro Paese sulla scena continentale e di una grande incertezza nelle scelte di partnership sulla scena globale. Sul fronte interno, allo stesso tempo, si accumulano i ritardi e le false partenze, oltre alla rimessa in discussione di alcune scelte fondamentali. La riforma del sistema pensionistico, dolorosa e a tratti quasi insopportabile ma necessaria per porre rimedio a decenni di grave leggerezza, picconata. I dogmi dei conti pubblici in ordine, in sé e per sé e nel contesto delle regole europee, bistrattati. Mentre prosegue il cambiamento di tono nei rapporti nelle nostre comunità tra un "noi" e un "loro", che rende via via più fragili in molti ambiti la tolleranza e il rispetto delle diversità. Tutto questo, neppure troppo lentamente, sta minando le basi su cui dovranno vivere e costruirsi un futuro le generazioni più giovani. Tutto questo si può racchiudere in quelli che, in questo numero, abbiamo voluto chiamare "danni per il futuro". In attesa che la consapevolezza della realtà inizi a tornare a prevalere sulle narrazioni, vincenti a dispetto dei dati.

Indice del fascicolo 3/19

editoriale

Lavoro senza valore

Pietro Rossi

danni per il futuro

Le relazioni internazionali di un Paese senza linea

Vittorio Emanuele Parsi

La crescente irrilevanza dell'Italia nel progetto europeo

Stefano Feltri

Debito, mancata crescita e spread: il futuro fragile di un Paese ingannato

Marco Leonardi

Le conseguenze di un fisco diseguale

Vincenzo Visco

Chi pagherà le pensioni dei giovani di oggi?

Carlo Mazzaferro

Autonomia differenziata: un processo distruttivo

Gianfranco Viesti

Sostenibilità e produttività, per crescere senza distruggere l'ambiente

Duccio Bianchi

Le politiche contro l'altro e la crescita dell'intolleranza

Tommaso Vitale

l'azione di governo

Governare le migrazioni nell'Italia contemporanea

Giuseppe Campesi

in Europa

Sette tesi filosofiche sull'Europa e la democrazia

Roberta De Monticelli

Nuova destra, vecchio Welfare?

Matteo Jessoula, Marcello Natili, Emmanuele Pavolini

Educare alla politica e alla cittadinanza: il caso tedesco

Alessandro Cavalli

cinque domande a

Cinque domande a Lea Ypi sulla sinistra e l'Europa

Valeria Ottonelli, Lea Ypi

americana

Verso le presidenziali 2020

Tiziano Bonazzi

macinalibro

Crisi, diseguaglianza, democrazia

Giacomo Bottos

intervista

Intervista a Salvatore Veca

Mario Ricciardi, Salvatore Veca

profilo

Francesco Saverio Nitti

Michele Cento

l'anno scorso a Marienbad

L'antisemitismo ha «fatto il giro»

Anna Momigliano

idee

Per una democrazia partigiana

Enrico Biale

taccuino


Gli altri fascicoli dello stesso anno

n° 6

Il dialogo con Ivan Krastev pubblicato in questo numero ci aiuta a mettere a fuoco aspetti a lungo trascurati del 1989, così importanti per comprendere gli sviluppi inattesi che la caduta del Muro ha avuto anche sulle democrazie liberali.

n° 5

Il 1989 è l'anno in cui la Storia non finisce, come aveva ipotizzato il politologo Francis Fukuyama riferendosi alla fine del XX secolo, ma rimette in discussione sé stessa.

n° 4

La crescita della risposta elettorale alle sirene dei vari nazionalismi, più o meno venate di becero populismo, ha riportato all'attenzione degli osservatori una questione centrale per chi voglia comprendere le trasformazioni della democrazia contemporanea.

n° 2

Che succede a Roma? Quanti e quali sono i mali di una città bellissima eppure eccezionalmente problematica? Alla capitale d’Italia è dedicata la sezione monografica di questo numero del «Mulino», che ospita gli interventi di chi conosce da vicino la città eterna e per essa ha lavorato, studiandola e attivandosi per migliorarla.

n° 1

La nostra Europa non può essere una riedizione del “mondo di ieri”. Essa deve essere un’utopia ragionevole, un ideale raggiungibile attraverso un percorso progettato senza nascondere le difficoltà.

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