«Moro non era stato mai popolare, non era mai stato un leader ampiamente amato o un capopopolo. Aveva avuto avversari acerrimi e detrattori feroci, ma aveva conservato attorno a sé, nonostante tutto, l’alone diffuso del riconoscimento di un grande disegno. Era stato un politico con una strategia»

Il rapimento e l’assassinio per mano delle Brigate rosse, nel 1978, hanno finito per concentrare in quella fine tragica la memoria di Aldo Moro. Nell’intento di riscoprire nella sua interezza questo significativo protagonista della storia italiana, il libro ne tratteggia un profilo biografico completo: l’intellettuale, il giurista, il dirigente delle associazioni cattoliche, il costituente, il politico, lo statista. Moro fu il principale stratega del centro-sinistra e della «solidarietà nazionale», ma anche a lungo guida del governo e della politica estera italiana. La sua esperienza assunse un carattere drammatico non solo per il violento epilogo ma anche per la crescente difficoltà nel tenere assieme Stato e società, innovazione e tradizione, cambiamento e coesione, in un sistema sociale e politico messo a dura prova dalla transizione degli anni Settanta.

Venerdì 7 ottobre, a Torino, nella Sala conferenze del Museo Diffuso della Resistenza, in Corso Valdocco 4/a, alle ore 17.30, la Fondazione Carlo Donat-Cattin organizza la presentazione del volume Aldo Moro. Lo statista e il suo dramma (Il Mulino, 2016), di Guido Formigoni. 

Intervengono con l’autore Guido BodratoMarta Margotti Alfio Mastropaolo

Modera Gianfranco Morgando.