«ti prego... vela il tuo capo, rivesti l’armatura del pudore, innalza un muro sul tuo sesso»

Tertulliano

«non basta alla donna coprirsi la sommità del capo, ma bisogna che veli la testa da ogni parte, anche dinanzi…»

Giovanni da Capestrano

Parliamo di donne velate e subito pensiamo allo hijab o agli altri tipi di copertura del capo, o del volto, o dell'intero corpo della donna che sono in uso nel mondo islamico e che, non senza originare polemiche, molte islamiche indossano anche nei Paesi occidentali. Ma la prescrizione alle donne di coprirsi il capo appartiene in pieno anche alla storia dell'Occidente. Proviamo allora a riscoprire un costume millenario, documentato dalla Bibbia e dalle statue dell'antica Grecia, dai Padri della Chiesa, dalle normative medievali, da innumerevoli testimonianze artistiche e letterarie. Il capo coperto era prerogativa delle donne sposate, era la divisa delle religiose, così come ogni vedova era tenuta a portare il velo del lutto. Segno di verecondia e modestia, il velo, leggero quanto simbolicamente carico, era però anche un accessorio alla moda, il complemento fondamentale nello sfoggio di lusso ed eleganza, come ancora oggi può essere il foulard griffato.

Il 26 settembre, alla Libreria Coop Ambasciatori di Bologna, alle ore 18, Maria Giuseppina Muzzarelli presenta A capo coperto. Storie di donne e di veli (il Mulino, 2016).

Interviene Michele Smargiassi